Spazio arabo.

Una scrittrice nigeriana e i progetti aerospaziali degli Emirati Arabi ci aiutano a capire dove indirizzare i nostri investimenti.

Qualche giorno fa ho seguito con un misto di interesse e commozione una conferenza di Chiamamanda Ngozi Adichie, scrittrice nigeriana, che raccontava dei pericoli di una “storia unica”. L’intera conferenza, che consiglio vivamente, la trovate nel link che allego [1]“.

I pericoli descritti dall’autrice consistono nel perdere occasioni di comprensione del presente e del futuro quando affidiamo i nostri giudizi su una persona, un popolo o una società alla “storia unica” che su questi viene raccontata. Si scivola così, inconsapevolmente, nel pregiudizio e nello stereotipo.

Se pensiamo ai popoli arabi ci vengono in mente immagini di arretratezza, diseguaglianza sociale e segregazione delle donne. Il che in parte è tutto vero. Negli Emirati Arabi, ad esempio, è solo dal giugno del 2018 che alle donne saudite è stato finalmente concesso il diritto di guidare l’auto, in tutto si parla di qualche decina di patenti concesse! E’ anche noto che andare in bicicletta, per le donne, in Arabia Saudita, è legale solo dal 2013, ma “only around in circles”, titolava con una sottile ironia il Guardian di qualche tempo fa: praticamente giocando a girotondo. Le donne possono pedalare in aree ricreative circoscritte, parchi, cortili o giardini e solo se accompagnate da un uomo e se vestite con la lunga tunica detta abaya, l’unico abbigliamento consentito alle donne in pubblico, nera o colorata. Per non parlare di mille altre discriminazioni ben più gravi e pesanti.

Tuttavia, così come esorta a fare Chiamamanda Adichie, bisogna uscire dal condizionamento della “storia unica” e allargare l’orizzonte di lettura di realtà che sono sempre più complesse di quanto sembri a prima vista.

Gli Emirati Arabi vanno su Marte

E’ di pochi mesi fa, luglio 2020, il lancio verso Marte della sonda spaziale HOPE.

La missione Hope segna il debutto su Marte degli Emirati Arabi Uniti, che prevedono di riuscire a raggiungere l’orbita del Pianeta Rosso nel 2021 in occasione delle celebrazioni del 150esimo anniversario della unificazione degli EAU. La sonda, lanciata con un vettore Mitsubishi, studierà l’atmosfera di Marte in previsione della costruzione della prima città marziana nel 2121.

Il progetto è talmente avanzato che è imminente la costruzione, nel deserto poco fuori Dubai, di Mars Science City, le prime due cupole della città che si pensa di costruire su Marte e così avere oltre 100 anni per testare e sperimentare le nuove tecnologie.

Attualmente in fase di definizione, il progetto esecutivo è stato affidato agli architetti del Bjarke Ingels Group.[2]

EUA, Emirati Arabi Uniti, un Paese nel quale è stato istituito un Ministero dell’Intelligenza Artificiale e viene implementata la Dubai 3D Printing Strategy. Il piano grazie al quale la città conta di diventare la capitale mondiale delle tecnologie di stampa 3D: concentrandosi sui settori delle costruzioni, prodotti medicali e prodotti di consumo. Si è prefissato come obiettivo il raggiungimento, entro il 2030, del 25% delle costruzioni realizzato con stampa 3D.

Se tutto questo può sorprendere, le foto che seguono centrano perfettamente le parole e il pensiero di Chiamamanda Adichie.

Lo staff di ingegneri e tecnici aerospaziali che stanno mandando la sonda su Marte ha una età media di 35 anni ed ha più donne di quante, forse, ne avrebbe in Europa.

Donne che hanno studiato e si sono laureate quando ancora non potevano guidare l’auto ma che ora mandano una sonda su Marte e stanno progettando di costruirvi una città. Difficile per noi occidentali capire come si possano conciliare queste realtà, ma così è quella società. Il nostro è un mondo veramente complesso e per questo così affascinante. E’ necessario dotarsi di occhi nuovi, privi di preconcetti, per leggerne e capirne le innumerevoli storie.


L’analisi dei mercati finanziari e quindi il mio lavoro, passa anche per lo studio e la riflessione di autori come Chiamamanda Ngozi Adichie che si occupano apparentemente di tutt’altro. Il tema di fondo è la comprensione di dove si stia dirigendo il mondo e di conseguenza dove indirizzare i nostri investimenti. La finanza è anche dove meno te l’aspetti.

[1] https://www.ted.com/talks/chimamanda_ngozi_adichie_the_danger_of_a_single_story?language=it#t-39522

[2] https://big.dk/#projects

SpaceX e la finanza che non ti aspetti

Il futuro ti osserva mentre sei impegnato in altro.

I due astronauti Bob Behnken e Doug Hurley nella capsula Crew Dragon

Il 30 Maggio 2020 è decollato il razzo Falcon9, vettore della  la compagnia spaziale privata SpaceX di Elon Musk che ha portato per la prima volta due astronauti in orbita. La missione spaziale è organizzata per conto della NASA dalla prima società privata di voli spaziali, insomma SpaceX sarà per i nostri figli quello che per noi sono le compagnie aeree.

Decollo del vettore Falcon9

Dopo sei anni di lavoro, alle 21,22 ora italiana, il razzo Falcon 9 ha acceso i suoi motori, spingendo in orbita la capsula Crew Dragon con al suo interno gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley.

SpaceX

Cosa è una Compagnia Spaziale? Dove porta una visione?

Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX) è un’azienda aerospaziale statunitense con sede a Hawthorne (California), USA. Costituita nel 2002 da Elon Musk con l’obiettivo di creare le tecnologie per ridurre i costi dell’accesso allo spazio e permettere la colonizzazione di Marte. L’azienda ha sviluppato i lanciatori riutilizzabili Falcon 1, Falcon 9 e Falcon Heavy, e le capsule Dragon e Dragon 2 (Crew Dragon), per rifornire la SSI, Stazione Spaziale Internazionale.

I traguardi di SpaceX includono il primo razzo a propellente liquido finanziato da privati a raggiungere l’orbita (Falcon 1 nel 2008); è stata inoltre la prima compagnia privata a lanciare in orbita e recuperare un veicolo spaziale (Dragon nel 2010) e la prima a inviare un veicolo spaziale verso la ISS (Dragon nel 2012).

Atterraggio del razzo vettore Falcon9

Ha effettuato anche il primo atterraggio propulsivo di un razzo orbitale (Falcon 9 nel 2015), il primo riutilizzo di un razzo orbitale (Falcon 9 nel 2017). Nella foto l’atterraggio di ieri.

Il 2018 vide il volo inaugurale del Falcon Heavy, il vettore disponibile allora più potente al mondo, con 22819 kN di spinta al decollo; in questo volo il vettore ha lasciato in orbita intorno al Sole un carico (la prima volta per un’azienda privata). SpaceX ha volato 18 missioni di rifornimento verso la Stazione Spaziale Internazionale in partnership con la NASA.

A settembre 2016, il CEO Elon Musk svelò l’Interplanetary Transport System, un’iniziativa finanziata da privati per sviluppare la tecnologia dei voli spaziali per il volo interplanetario. Nel 2017, Musk svelò una configurazione aggiornata del sistema, ora chiamata Starship-Super Heavy, che è stata pianificata per essere completamente riutilizzabile: sarà il razzo più grande di sempre, attualmente in programma per l’inizio del 2020.

A ottobre 2018 SpaceX è stata autorizzata dalla Federal Communications Commission (FCC) al collocamento in orbita bassa da 160 a 200 km di oltre 7.500 satelliti, nell’ambito del progetto Starlink; fino a febbraio 2020 ne risultano lanciati 240.

Ieri ha portato sulla ISS i primi astronauti aprendo la strada per i voli spaziali privati.

Dall’Apollo 4 allo Space Shuttle

35 anni

Dallo Space Shuttle al Crew Dragon

18 anni

Tiangong

Se oggi parliamo della Cina è per il mercato di Wuhan e per ila diffusione del virus Covid19, ma dimentichiamo Tiangong (Palazzo Celeste) il programma che ha l’obiettivo di creare una stazione spaziale modulare. Questo programma è indipendente e non collegato a nessun altro paese internazionale attivo nello spazio. Il progetto culminerà con una grande stazione orbitale, che sarà composta da un modulo centrale da 20 tonnellate, 2 moduli di ricerca più piccoli e mezzi da trasporto merci. Supporterà tre astronauti per l’abitazione a lungo termine ed è programmato per essere completato entro nel 2022.

Sonda robotizzata cinese Chang’e-4 sulla Luna

 Ma spesso dimentichiamo che i cinesi il 3 gennaio 2019 sono atterrati sulla Luna con la sonda robotizzata Chang’e-4 ed hanno il “rover” Yutu-2 (coniglio di giada) che esplora il lato nascosto della luna al fine di effettuare prospezioni geologiche.

Rover cinese Yutu-2 sulla Luna

Il programma prevede tra il 2020 e il 2030, altre spedizioni, dalla CE-6 alla CE-8, con l’obiettivo di costruire sulla Luna ed esplorarla, sempre con missioni robotiche. Dal 2030 invece saranno previste anche missioni di esplorazione lunare sia robotiche che umane.

Il mondo è dei visionari

In questo periodo siamo tutti molto preoccupati, giustamente, sul nostro presente. Il virus, la recessione, discutiamo di sussidi di Recovery Fund.

Ma ho l’impressione che il mondo “vero” sia già oltre tutto questo.

Mentre alcuni di noi si preoccupano del presente alcuni visionari lavorano NEL futuro con questi ed altri programmi.

Tecnologia 5G, Computer Quantici, Biotecnologie, Aerospaziale sono i temi che tratterò in questa rubrica “La finanza che non ti aspetti” perchè questi saranno i temi ai quali dobbiamo guardare per capire dove indirizzare i nostri investimenti finanziari.

Pensare a come e dove investire implica necessariamente guardare al FUTURO, il presente è l’investimento di ieri.

Allacciate le cinture e a presto.

«Saranno necessarie milioni di persone per una colonia su Marte, per cui 80.000 è soltanto il numero di persone inviate su Marte ogni anno. So bene che può sembrare una follia. Non sono diventato pazzo, e nemmeno credo che la SpaceX possa fare tutto questo da sola. Ma se l’umanità spera di diventare una specie multi-planetaria, dobbiamo trovare un modo per spostare milioni di persone su Marte»
Elon Musk

Lettera all’ottimismo.

La contrapposizione fra il Bene ed il Male è diventato il rapporto fra PIL e debito pubblico. Abbiamo ridotto gli Uomini a merci e l’Umanità ad un mercato nel quale conta più la ricchezza che la dignità, il tutto condito da un “andratuttobene” falsamente ottimistico.

Cómo hacer un trabajo escrito? Consejos prácticos

Caro Ottimismo, ti scrivo in questi giorni drammatici nei quali siamo tutti chiusi in casa a difenderci dal virus per dirti che, grazie, ma tu non mi servi.

Niente di personale, ci saranno giorni nei quali forse avrò nuovamente bisogno di te ma voglio spiegarti perché, arrivo a dire, in questo periodo potresti essere addirittura dannoso.

Iniziamo a dire chi sei. In filosofia l’ottimismo è, in sintesi, la concezione secondo la quale tutto quello che esiste è bene proprio in quanto esiste. Da qui per estensione si considera ottimista chi considera la vita prevalentemente o esclusivamente in una prospettiva positiva, l’inclinazione quindi a provare sentimenti di fiducia e di speranza.

Fiducia e speranza, ecco perché Giovanni Gentile, filosofo, pedagogista e politico italiano, di te scriveva: L’ottimismo e il pessimismo sono due dottrine false perché costruite sopra… astrattezze.

Ho citato Gentile, un filosofo, per dirti che quello che serve all’umanità è una cosa molto più importante di te, è la filosofia.

La fiducia, la speranza, il pensiero positivo sono tutte parole e concetti bellissimi, che invitano al sorriso, a guardare al futuro con uno sguardo carico di desiderio. Benvenuto futuro dice l’ottimista, ti aspetto a braccia aperte.

Ma quale futuro, il futuro di quale tempo?

Perché vedi, caro Ottimismo se ti penso in tempi lunghi o lunghissimi, in un lontano futuro posso essere d’accordo con te. La storia proseguirà e come oggi stiamo decisamente meglio di 100 o 1.000 anni fa, così in un futuro altrettanto lontano i nostri figli, nipoti e posteri staranno meglio di noi in un modo che oggi non immaginiamo.

Ma se guardiamo all’oggi e al domani. Alla vita reale dei prossimi anni non c’è niente per cui sorridere. Non so se lo sai ma nel mondo ci sono famiglie che non arrivavano alla fine del mese, famiglie che oggi, Pasqua 2020, non hanno proprio più i soldi e non sanno come fare a guadagnarne.

Capisci perché sei dannoso in questo periodo? Perché la tua faccia oscura è il #andratuttobene, è il “le probabilità che il contagio si scateni in Italia sono pari a zero”, sono il “siamo pronti ad ogni emergenza”. La tua faccia oscura caro ottimismo è il non fare nulla sperando che le cose, in qualche modo, si sistemino. Beh ti do una notizia, le cose da sole non si sistemano mai.

Questo periodo è caratterizzato dalla convergenza di due grosse crisi, quella sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus e quella economica esplosa ed aggravata dalla pandemia. L’una alimenta ed aggrava l’altra creando una terribile crisi mondiale.

Come nel caso di molti altri virus, anche il SARS-CoV-2 avrebbe origine animale, in particolare dai pipistrelli, e sarebbe arrivato all’uomo con un salto di specie consentito dal pangolino, una specie di formichiere. È una modalità di trasmissione nota: anche la SARS, sempre derivata dai pipistrelli, avrebbe effettuato il salto di specie attraverso un piccolo carnivoro, lo zibetto. Si tratta di “serbatoi virali” che consentono a un virus di passare dalla sfera animale a quella umana.

Questo è il primo elemento importante: un grande numero di virus che ci fanno stare male vengono dagli animali. È qui che entra in gioco il mercato di Wuhan, in Cina.

Secondo le autorità cinesi qui si sarebbe sviluppato il primo focolaio del nuovo virus poi diffusosi in tutta la regione dell’Hubei e infine nel mondo. In questo, come in altri mercati asiatici, i due animali, pipistrello e pangolino sono considerati delle prelibatezze e nonostante siano anche delle specie a rischio estinzione, vengono commercializzati in condizioni igieniche che per i nostri standard sono considerate assurde.

Noi umani non ci rendiamo più conto di far parte della Natura, di essere oggetto e soggetto di complicatissime interazioni fra specie. Sembra che esistiamo noi e poi, a lato, in una sorta di universo parallelo, il resto della natura. Non è così. Strano doverlo affermare ma sembra che lo scordiamo.

Se il virus si è trasmesso all’uomo a causa di suoi comportamenti, altrettanto è successo per la sua diffusione. Non voglio fare qui il processo, ma se non eravamo pronti a far pronte ad una possibile epidemia, se il sistema sanitario nostro e del resto del mondo, il nostro più di altri, è perché eravamo ottimisti.

Sai cosa ci è mancato? Ci è mancata una tua vecchia conoscenza, una che tu snobbi, una che ti sembra noiosa, una che quando parla ti fa alzare gli occhi al cielo… è lei, la Preoccupazione!

La preoccupazione è quella condizione nella quale mi “pre-occupo”, mi occupo prima, e cioè faccio in modo di prevenire gli eventi futuri o di predeterminarli. Capisci caro Ottimismo? Ieri, negli scorsi anni, serviva questo, preoccuparsi delle cose, prevedere, prendere provvedimenti.

Ecco, oggi, per il domani, voglio al mio fianco lei la cara, prudente, Preoccupazione. Insieme a lei voglio chiamare a me Amore, perché preoccuparsi con Amore significa prendersi cura. L’Amore evita che la preoccupazione diventi fine a se stessa, che inquini il cervello. Preoccuparsi con Amore comporta chiedersi in ogni momento… cosa posso fare perché questa cosa vada per il meglio? Perché questa persona, gruppo, umanità abbia quello che desidera, o sia messa nelle condizioni per ottenerlo?

Però sai, i tempi sono veramente duri e le sfide che ci aspettano sono di quelle da far tremare i polsi e le vene… e, credo che ormai tu lo abbia capito, quello che serve in questi tempi è una vera e propria squadra. Insieme a Prudenza e Amore serve un altro componente. Serve lei, quella che ti fa alzare al mattino prima dell’alba, quando tutti dormono, per andare ad allenarti per lo sport che ami, quella che ti fa fare sempre un passo in più rispetto a quello che ti è stato chiesto, quella che ti fa combattere le battaglie che sembrano perse in partenza. Lei, Volontà, quella forza che trasforma i sogni in Visioni.

Ma andiamo in profondità. Cosa c’entra la filosofia in tutto questo? C’entra perché nel mondo c’è sempre più disparità e oggi ci accorgiamo drammaticamente che abbiamo trascurato la sanità, l’istruzione, la ricerca scientifica, e soprattutto nel mondo non esiste equità nel dare a tutti le stesse possibilità. Se tutto questo è vero è perché abbiamo consentito prima all’economia, figlia degenere della filosofia e poi alla finanza, figlia bastarda dell’economia, di trasformare il mondo in modelli matematici trascurando i modelli normativi. Abbiamo pensato che il benessere corrispondesse alla ricchezza.

Economia e finanza basano le loro analisi su parametri rozzi, più pericolosi che inutili, come il PIL, l’indice che misura la ricchezza di un Paese. Ma gli economisti e men che meno i finanzieri, non hanno gli strumenti culturali per occuparsi seriamente delle nozioni chiave che riguardano l’Uomo, che invece sono ben trattate dai filosofi. La natura della libertà, del benessere, della felicità. I concetti di desiderio, preferenza, emozione.

Il PIL non tiene conto delle disuguaglianze, anzi le incentiva, predilige le economie di scala, la delocalizzazione, la riduzione dei salari, il lavoro sottopagato.

In questo contesto sanità, scuola, cultura, assistenza ai deboli sono costi! Questo spiega come un evento legato al fatto che noi umani facciamo parte della Natura ci pieghi e ci faccia contare i morti.

La domanda filosofica del rapporto fra il Bene e il Male è diventata il rapporto fra PIL e debito pubblico. Il premio Nobel Paul Krugman ed altri ritengono che l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione possa portare alla dissoluzione del welfare state.

Partiamo da un presupposto. L’economia è una scienza che studia il comportamento e che quindi ha necessariamente una relazione con l’etica, ossia con quell’area del sapere filosofico che si occupa dei fini dell’azione umana e appunto del comportamento umano. Sai cosa è successo? Che con la scuola monetarista (o scuola di Chicago), che si originò nel secondo dopoguerra dalle teorie liberiste di Milton Friedman, e la scuola austriaca (von Mises e von Hayek), lo dico con una metafora, il Sole ha smesso di essere al centro del nostro sistema solare. 

Il Sole è l’Umanità, la Terra l’economia, la Luna la finanza.

Le proporzioni sono quelle dell’immagine precedente e sì, la Luna nemmeno si vede!

Come sai la Terra/economia ruota intorno al Sole/umanità, la Luna/finanza ruota intorno alla Terra/economia e le forze che regolano e rendono perfetto questo sistema è la Politica.

Oggi il capitalismo selvaggio, il cosiddetto turbocapitalismo, vuole costringere politica, economia e umanità a ruotare intorno alla Luna/finanza spostando l’attenzione dal valore delle libertà a quello delle utilità, dei redditi, della ricchezza.

Il livello di reddito della popolazione è certamente importante tuttavia spesso non è un indicatore adeguato di aspetti fondamentali come la libertà, la salute, il lavoro dignitoso, la possibilità di vivere in una comunità pacifica e libera dal crimine.

Ho un sogno caro Ottimismo che probabilmente non vedrò realizzato ma verso il quale vedo la transizione in atto, lo stabilirsi di un Nuovo Umanesimo, di una società che non si basi sul reddito ma sulle “capacità” dei cittadini. Un sistema nel quale esistano le condizioni per poter sviluppare appieno le proprie abilità in un contesto che permetta effettivamente di utilizzarle.

Un sogno nel quale la filosofia salverà il mondo rimettendo la dignità dell’essere umano, al suo posto, nel Sole, al centro del nostro sistema di valori e riporterà economia e finanza al loro ruolo di pianeta e satellite. Per questo mi servono Preoccupazione, Volontà e Amore.

Se questa che io chiamo Visione, ovvero l’irremovibile certezza nelle cose ancora non manifeste si chiama Ottimismo, allora, in questo senso, ci sei anche tu.

Benvenuto a bordo.

Tempo, il re del risparmio.

Riflettere sul tempo è l’azione più importante per un risparmiatore / investire

Il tempo, perché è importante rifletterci? Sant’Agostino diceva «Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so». Pensare al tempo è fondamentale per chi si interessa di risparmio e investimenti sia che si tratti di un professionista della consulenza, sia che si tratti di un risparmiatore o investitore. Riflettere sul tempo è qualcosa di molto pratico e per i nostri intenti molto poco filosofico. Vedremo come quella sul tempo sia la parte dei nostri ragionamenti finanziari alla quale come risparmiatori prima ed investitori dopo, dovremmo ragionare con più attenzione. Un consulente, un bancario o un assicuratore che con i propri clienti non si soffermi a lungo su questo tema dovrebbe destare qualche perplessità. La perplessità dovrebbe nascere dal fatto che il tempo è il re, il padrone dei risparmi ed è la variabile più importante nella scelta e nell’analisi di un investimento.

Partiamo dalle basi. Questo è uno spazio dedicato a chi vuole prendersi il tempo per ragionare e per pensare si utilizzano le parole. Spesso per abitudine, fretta, conformismo e sopratutto per una ormai diffusa sciatteria alimentata dalla “necessità” di usare i messaggini sui social, rapidamente e senza pensare, utilizziamo dei termini, delle parole, senza conoscerne il vero significato. Nel periodo di “Googolare”… orrendo neologismo che indica le ricerche sul motore di ricerca Google, io ho in libreria e consulto regolarmente fra gli altri, il Grande Dizionario GEDEA, edito da Istituto Geografico De Agostini, 10 volumi di grande formato. Quello della foto è proprio nella mia libreria. Vediamo cosa leggo circa i termini che stiamo usando.

Risparmiatore: “Che riduce le spese e modera i consumi, mettendo da parte denaro in vista di attività future o di un successivo impiego”.

Risparmio: “… in senso concreto, somma di denaro risparmiata; riserva monetaria messa da parte per esigenze future.”

Investimento: “destinazione di risorse economiche alla produzione di altre ricchezze… impiego di fondi in forme (azioni, titoli di stato, immobili, oro, ecc.) che prospettano un reddito più elevato o un aumento del valore reale.”

Quindi il risparmiatore è colui che modera i propri consumi attuali per far fronte a desideri ed esigenze future.

Ecco che alla base del risparmio troviamo il presente e il futuro, quindi il tempo. Non si può pensare al risparmio se non ci si proietta nel tempo futuro. La cognizione anche istintiva e non ragionata del tempo, consente ed invita a non consumare tutte le riserve nel presente ma a conservarne una parte per esigenze future. Questo è un comportamento innato, proprio degli uomini e in qualche misura degli animali. Il contadino saggio predispone le scorte di cibo per l’inverno e gli animali che vivono in una tana ad esempio mangiano a sazietà per avere scorte di grasso per il periodo di letargo.

Talvolta, ma questo non è obbligatorio infatti i risparmi potrebbero stare anche sotto la proverbiale mattonella, le somme sottratte al consumo presente vengono immesse nel circuito degli investimenti (azioni, obbligazioni, beni reali, preziosi ecc.) che prospettano un aumento di valore. Il mio prezioso dizionario dice che “prospettare” significa “Sottoporre all’attenzione altrui come eventuale, possibile, fattibile… deriva dal latino ‘prospectare’, guardare avanti.”

Avanti, nel futuro, ancora il tempo! Parlando di investimenti ecco che l’aumento futuro di valore è eventuale, possibile, fattibile, non certo. Quindi passando dal risparmio all’investimento, desiderando che il valore futuro dei miei risparmi sia superiore a quello presente, si inserisce un altro parametro fondamentale di valutazione, il rischio. Ma di questo, di rischi, parlerò in un prossimo articolo.

Ecco che sulla base dei nostri ragionamenti finanziari, le domande che un risparmiatore si deve assolutamente porre sono…

  • quanto denaro posso sottrarre ai consumi presenti?
  • per quali desideri, bisogni futuri?
  • fra quanto tempo voglio soddisfare i miei desideri o bisogni?

Ma se i desideri e bisogni sono più di uno… la barca o casetta che ho sempre desiderato, la mia pensione, l’università per i figli, allora dovremmo iniziare a pensare e riflettere su “I Tempi” e non più di un tempo indistinto. Non dovremmo più pensare ad “un” futuro, ma a tanti tempi, a tanti futuri, quanti sono i diversi obiettivi, desideri, bisogni e su questa base porsi delle domande.

Ad esempio, se sono un quarantenne che inizia ad occuparsi della sua posizione previdenziale ecco che su questo tema, il futuro, il tempo sul quale devo riflettere è di 50, 60 anni. Infatti fino ai 70, 75 anni dovrò accantonare i miei risparmi e fino ai 90, 95 anni percepirò la rendita che mi sono costruito. Se il mio futuro riguardo all’obiettivo di garantirmi la pensione è di oltre 50 anni allora è più importante, ad esempio, interrogarsi sull’andamento della borsa di Milano nei prossimi tre mesi, o riflettere sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale (I.A.) sul mercato del lavoro nel 2050? In questo caso i ragionamenti veramente importanti sono in ambito finanziario o sociologico? Ci siamo mai fermati a pensare alle ricadute sull’economia e quindi sulla finanza dell’andamento demografico e come tutto questo impatta sulla mia pensione futura?

Se ho dei figli ed un patrimonio da trasmettere alle future generazioni ecco che il “mio” tempo si somma al “loro” tempo e improvvisamente il futuro su cui devo riflettere diventa anche di 100 anni. Un secolo sembra un tempo “assurdo” rispetto alla velocità che la società moderna ci impone, ma basta pensare ai nostri genitori, ai nostri nonni ed ecco che quel tempo assurdo diventa reale. Diventa il tempo delle nostre famiglie. Diventa il tempo con il quale dobbiamo confrontarci.

La prossima volta pubblicherò un grafico, uno dei pochissimi che vedrete su questo blog, e vi racconterò quali sono stati gli elementi che hanno permesso al Dow Jones, l’indice della borsa americana di passare da circa 870 punti nel febbraio 1980 a oltre 29.000 punti nel febbraio 2020. Il Dow Jones quindi si è moltiplicato di 33 volte in 40 anni, questo significa che ogni dollaro investito in quel mercato nel 1980 sono diventati 33 dollari nel 2020… perché?

Seguitemi, ci ragioneremo insieme.

Slow Finance.

Prendiamoci insieme il tempo necessario per fare meno cose ma farle meglio.

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Siamo tutti diventati commodity, merci, prodotti sostanzialmente indifferenziati.

Wikipedia definisce Commodity “termine inglese che indica un bene per cui c’è domanda ma che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come ad esempio il petrolio o i metalli… L’equivalente in italiano è bene indifferenziato.”

Noi amiamo sentirci unici ed essere trattati come tali. Ci piace pensare di essere esclusivi e per far questo ci affidiamo alla moda, essere alla moda o seguire le mode significa (o vorremmo che significasse) appartenere ad una specie di élite. La cosa buffa è che in statistica la “moda” (o norma) rappresenta il dato che in una serie ha la massima frequenza. In realtà quindi “essere alla moda” significa far parte del gruppo più numeroso, alla massa, altro che esclusività!

Se ci pensiamo torniamo così al concetto di “commodity”, di merci. Le mode, la moda, ci trasformano in… fruitori di beni indifferenziati. Infatti sono diventate merci i nostri portafogli di investimento, pianificati attraverso dei robo-advisor, programmi computerizzati nei quali inserendo alcuni dati personali un algoritmo informatico propone le migliori soluzioni di impiego del nostro denaro. Ma, ad esempio, tutti gli ingegneri quarantenni, sposati e con due figli, con esigenza previdenziale, sono uguali?

Sono diventate merci le informazioni sulle quali formiamo le nostre opinioni in materia di investimenti e che scatenano in noi emozioni che ci inducono a indirizzare e modificare le nostre scelte. Ma tutti insieme dobbiamo uscire od entrare in un certo mercato al diffondersi di una certa notizia?

Infine noi stessi siamo diventati commodity. Noi che affidiamo i nostri investimenti, il nostro patrimonio e quindi il futuro nostro e dei nostri figli a banche, assicurazioni, consulenti che a loro volta utilizzano programmi informatici, formazione e informazioni che sono standardizzati. Tutti parlano di mettere “il cliente al centro”… ma in questo “centro” quanti clienti ci sono? Se tutti gli investitori e risparmiatori stanno nello stesso centro, questi sono considerati dei singoli o una massa indistinta?

Tutti noi, clienti e consulenti, siamo inseriti in un sistema ammalato di conformismo. Facciamo tutti le stesse cose nello stesso momento e utilizziamo tutti gli stessi canali di verifica delle nostre azioni. Nei prossimi articoli dimostrerò come gli acquisti e le vendite sui mercati finanziari avvengano sostanzialmente tutte contemporaneamente e come questo si tramuti in un disastro per i singoli investitori.

La buona notizia è che a tutto questo c’è una soluzione e questo blog è la mia proposta di soluzione. La cura è davanti ai nostri occhi ma per scrollarsi dal conformismo e uscire dal branco è necessario che insieme, consulenti e clienti, facciamo uno sforzo, ci impegniamo dedicando tempo e studio a capire e ragionare insieme.

Le brutte abitudini non si perdono, si cambiano con una buona. Per me non è stato facile uscire dal martellamento delle “News” e dalla tentazione di inseguire (i clienti pretenderebbero addirittura che potessi prevedere) gli andamenti dei mercati finanziari. La soluzione è nella parola “Slow” applicata alla finanza. Così come lo “Slow Food” è un altro modo di intendere l’alimentazione e lo “Slow Journalism” è un modo intelligente di intendere l’informazione. In entrambi i due settori si abbandona lo stile “Commodity” (si pensi ai McDonald’s o all’informazione mainstream delle cosiddette “Breaking News) per passare al “meno e meglio”.

Io voglio applicare lo “Slow” alla finanza. Da qui il nome del mio blog, “Slow Finance”. Ma su questo tema centrale avremo modo di tornarci per ragionare insieme.

Non è facile uscire dalla “zona di confort” e pensare ed agire in modo non convenzionale, uscire dal branco, ma si parla del nostro presente e futuro, dei vostri soldi e del mio lavoro, ne vale la pena. Parafrasando Confucio, “grande è la confusione sotto il cielo, la situazione, quindi, è eccellente”. Seguitemi nei prossimi articoli, fra qualche giorno parlerò del Tempo, cosa è, perché lo stesso lasso di tempo non è uguale per tutti e perché trovare il giusto tempo per i nostri investimenti sia così importante.

Allacciate le cinture, iniziamo a ragionare.

Perchè questo Blog

Mi chiamo Pietro Salis e sono un consulente patrimoniale.

Ho aperto questo blog per avere un mezzo di comunicazione con i miei clienti e con tutte le persone che si interessano alle tematiche della gestione del patrimonio familiare. Un canale di approfondimenti nel quale gli articoli non abbiano una “data di scadenza” ma siano scritti in stile “slow journalism”, giornalismo lento, meditato. Il mio lavoro è molto legato alla finanza e il paradigma di quel mondo è la velocità, l’immediatezza. Ventiquattro ore al giorno collegati ai mercati perché… i soldi non dormono mai. Ma in un momento particolare della mia vita e della mia carriera mi sono fermato a riflettere sul Tempo e sul significato che ha per me, per i miei clienti e per i mercati finanziari. 

A pensarci questi “tempi” sono molto diversi fra loro. C’è il tempo brevissimo delle borse, della finanza, delle imprese di investimento dove gli utili e le perdite si manifestano nel giro di giorni se non di ore. Poi il mio tempo, con obiettivi di crescita che, come per ogni impresa professionale, si proiettano ad uno, tre anni. Infine c’è il tempo dei miei clienti che invece è molto lungo e abbraccia addirittura più generazioni in caso di successione patrimoniale. Basta fermarsi un momento a pensare che un piano previdenziale può durare sessanta anni fra il tempo di accumulo e quello di godimento delle rendite. Quello che faranno i mercati finanziari in un mese o un anno non ha molta importanza rispetto al tempo del cliente. Ecco che nasce in me la necessità di dilatare il mio tempo per avvicinarlo a quello dei miei clienti e affidarmi ad una comunicazione più lenta e profonda. Voglio che i miei lettori abbiano a disposizione una “cassetta degli attrezzi” nella quale trovare sempre un approfondimento sul tema di interesse.

Scriverò articoli di approfondimento non di cronaca, in questa sede non mi interessano le “Breaking News” o le sintesi, ma le analisi. Non scriverò con una cadenza predeterminata, ma in funzione del tempo necessario per le mie ricerche, lo studio, le riflessioni.

Buona lettura.

Il mio primo articolo del blog

Sii te stesso; tutti gli altri personaggi hanno già un interprete.

— Oscar Wilde.

Questo è il primo articolo sul mio nuovo blog. Ho appena iniziato a mandare avanti questo nuovo blog, quindi resta sintonizzato per altre informazioni. Abbonati qui sotto per ricevere una notifica quando pubblico nuovi aggiornamenti.

Presentati (articolo di esempio)

Questo è un articolo di esempio, pubblicato originariamente come parte della Blogging University. Abbonati a uno dei nostri dieci programmi e inizia bene il tuo blog.

Oggi pubblicherai un articolo. Non preoccuparti di come appare il blog. Non preoccuparti se non gli hai ancora dato un nome o ti senti sopraffatto. Devi solo fare clic sul pulsante “Nuovo articolo” e dirci perché sei qui.

Perché lo fai?

  • Perché darà un nuovo contesto ai lettori. Di cosa vuoi parlare? Perché dovrebbero leggere il tuo blog?
  • Perché ti aiuterà a focalizzare le idee e cosa ti piacerebbe realizzare con il tuo blog.

L’articolo può essere breve o lungo, un’introduzione personale alla tua vita o una dichiarazione d’intenti tipica da blog, un manifesto per il futuro o un semplice schema dei tipi di cose che speri di pubblicare.

Per aiutarti a iniziare, ecco alcune domande:

  • Perché stai scrivendo su un blog pubblico, invece di tenere un diario personale?
  • Di quali argomenti pensi che scriverai?
  • Con chi ti piacerebbe connetterti tramite il blog?
  • Se il blog avrà successo nel corso del prossimo anno, quale scopo speri avrai raggiunto?

Non sei incatenato a nessuna di queste cose: uno degli aspetti meravigliosi dei blog è il modo in cui si evolvono costantemente a mano a mano che impariamo, cresciamo e interagiamo con gli altri, ma è bene sapere dove e perché hai iniziato e formulare i tuoi obiettivi potrebbe ispirarti qualche altro articolo.

Non riesci a pensare a come iniziare? Scrivi la prima cosa che ti viene in mente. Anne Lamott, autrice di un libro che amiamo sullo scrivere, dice che devi darti il permesso di scrivere una “prima bozza scadente”. Anne fa esattamente il punto: inizia a scrivere e preoccupati di modificarlo solo in un secondo momento.

Quando sei pronto per pubblicare, assegna al tuo articolo da tre a cinque tag che descrivano il focus del tuo blog: scrivere, fotografia, fiction, genitorialità, cibo, automobili, film, sport, qualsiasi cosa. I tag aiuteranno le persone che si interessano di questi argomenti a trovarti nel Lettore. Assicurati che uno dei tag sia “zerotohero”, in modo che anche altri nuovi blogger possano trovarti.